L'economia del 1874 risentì sicuramente della crisi economica iniziata nell'anno precedente. La Grande depressione di fine Ottocento fu chiamata così per vastità di portata ed estensione temporale in cui dispiegò i suoi effetti, si protrasse infatti fino al 1895.
Il mondo sviluppato conobbe una crisi sia agraria che industriale, con forti riduzioni della domanda, profitti marginali, anche se il prodotto interno lordo complessivo si mantenne in crescita costante, senza avere cioè caratteri recessivi. La forte deflazione che caratterizzò, a livello strutturale, l'intero ventennio, innescò massicci licenziamenti e riduzione dei salari, repressioni ai danni dei sindacati e vasti movimenti migratori dalle campagne alle città e dalle aree meno sviluppate a quelle economicamente più forti del mondo.
PIL delle potenze europee in miliardi di dollari.
Anno | Russia | Francia | Gran Bretagna | Germania | Impero Asburgico | Regno d'Italia |
1830 | 10,5 | 8,5 | 8,2 | 7,2 | 7,2 | 5,5 |
1840 | 11,2 | 10,3 | 10,4 | 8,3 | 8,3 | 5,9 |
1850 | 12,7 | 11,8 | 12,5 | 10,3 | 9,1 | 6,6 |
1860 | 14,4 | 13,3 | 16,0 | 12,7 | 9,9 | 7,4 |
1870 | 22,9 | 16,8 | 19,6 | 16,6 | 11,3 | 8,2 |
1880 | 23,2 | 17,3 | 23,5 | 19,9 | 12,2 | 8,7 |
1890 | 21,1 | 19,7 | 29,4 | 26,4 | 15,3 | 9,4 |
L'economia italiana del XIX secolo risentiva dell'unità nazionale conquistata da troppo poco tempo, delle contraddizioni politico-economiche delle diverse regioni unificate e delle forti disparità socioeconomiche fra nord e sud del paese.
Per portare avanti la politica delle grandi opere pubbliche e la formazione delle strutture unitarie dello stato, vanto storico della destra, fu necessario costruire un nuovo sistema fiscale che colpì duramente i ceti popolari riducendone la capacità di spesa.
Molti imprenditori subivano la concorrenza estera, avevano scarse risorse per gli investimenti e avevano di fronte un mercato interno povero e con gravi difficoltà per assorbire la loro produzione.
L'agricoltura, allo stesso tempo, oppressa dalle tasse e da una legislatura protezionistica che favoriva la produzione cerealicola e il latifondo meridionale, a coltura estensiva, usava tecniche ancora arretrate perchè prive di capitale. Così lo stato in cui versavano le campagne e le condizioni inaccettabili dei contadini, costrinsero l'emigrazione verso i paesi più ricchi.
L'indagine industriale nel 1870-74 evidenziò con chiarezza l'atteggiamento protezionistico degli industriali, soprattutto dopo la crisi mondiale del 1873, andò a favorire prevalentemente il settore industriale più forte, ossia l'industria tessile.